L’ernia del disco cervicale è una condizione dolorosa che interessa la parte superiore della colonna vertebrale, in particolare il tratto compreso tra le vertebre C3 e C7. In questo articolo analizziamo nel dettaglio cause, sintomi, diagnosi e possibili terapie.
Come si sviluppa un’ernia cervicale?
I dischi intervertebrali agiscono come cuscinetti tra le vertebre, composti da un nucleo gelatinoso (nucleo polposo) e da una struttura esterna più rigida (anello fibroso). Quando, a causa di traumi o degenerazioni, l’anello si danneggia, il nucleo può fuoriuscire, generando un’ernia.
Tipologie di ernia cervicale
Esistono diverse forme di ernia del disco cervicale, classificate in base alla gravità:
- Ernia contenuta: rottura parziale dell’anello, con il nucleo ancora al suo interno.
- Ernia espulsa: il nucleo fuoriesce completamente nel canale vertebrale.
- Ernia migrata: il materiale espulso si sposta verso altre zone, creando ulteriori compressioni.
Inoltre, si distinguono due tipi principali:
- Ernia molle: provocata spesso da traumi, coinvolge solo il nucleo polposo.
- Ernia dura: associata a calcificazioni e restringimenti del canale vertebrale, tipica di processi degenerativi avanzati.
Le cause dell’ernia cervicale
Oltre all’invecchiamento naturale, che porta al deterioramento dei dischi intervertebrali, possono contribuire diversi fattori:
- Traumi come il colpo di frusta
- Posture scorrette prolungate nel tempo
- Debolezza muscolare e legamentosa
- Sovraccarichi funzionali o sforzi eccessivi del collo
Questi elementi possono aumentare la pressione sui dischi e favorirne la degenerazione.
Sintomi dell’ernia del disco cervicale
Questa patologia può manifestarsi con intensità variabile. In alcuni casi è molto invalidante, compromettendo significativamente la qualità della vita.
I sintomi più comuni includono:
- Dolore al collo, spesso irradiato verso spalla, braccio e mano
- Formicolii, intorpidimento o perdita di sensibilità agli arti superiori
- Deficit di forza muscolare a carico del braccio
- Cefalea, nausea e vertigini
- Sensazione di scosse elettriche lungo il tratto cervicale
Questi disturbi derivano dalla compressione delle radici nervose, condizione nota come radicolopatia cervicale.
Come si diagnostica un’ernia cervicale?
La diagnosi inizia con un’anamnesi dettagliata, seguita da esami strumentali prescritti da un medico specialista:
- Radiografie o TAC per valutare lo stato osseo
- Risonanza Magnetica (RMN) per analizzare dischi, legamenti e midollo spinale
- Elettromiografia (EMG) o mielografia, in presenza di sintomi neurologici importanti
Terapie conservative e trattamento dell’ernia cervicale
Nelle fasi iniziali, l’obiettivo è ridurre l’infiammazione e il dolore, evitando interventi invasivi. Alcune strategie consigliate:
- Uso di collari cervicali nei momenti acuti
- Terapie manuali, come osteopatia e massoterapia decontratturante
- Tecniche di pompages per ridurre la pressione sui dischi
Quando il dolore diminuisce, è fondamentale un percorso di riabilitazione fisioterapica personalizzata, con esercizi posturali e di rinforzo per prevenire ricadute.
Quando è necessario l’intervento chirurgico?
La chirurgia viene considerata solo nei casi più gravi, ad esempio quando:
- Il dolore non risponde alle terapie conservative
- Sono presenti deficit neurologici persistenti
- L’ernia compromette la funzione motoria o la qualità della vita
Tra le opzioni chirurgiche più comuni ci sono la discectomia e la fusione vertebrale, da valutare sempre con uno specialista.
Conclusione
L’ernia del disco cervicale è una condizione seria ma curabile, soprattutto se diagnosticata in tempo e trattata con un approccio multidisciplinare. Il giusto equilibrio tra riposo, terapie manuali e riabilitazione può fare la differenza nella ripresa funzionale.




