La tendinopatia del tendine d’Achille è una condizione infiammatoria o degenerativa che colpisce il più robusto tendine del corpo umano, localizzato tra il tallone (calcagno) e i muscoli del polpaccio (tricipite surale). È una problematica molto comune tra gli sportivi, ma può interessare anche chi pratica attività fisica saltuaria o svolge movimenti intensi non abituali.
Che cos’è la tendinopatia achillea?
Si tratta di una lesione da sovraccarico che può coinvolgere il tendine in maniera acuta o cronica. A differenza della tendinite, che è un’infiammazione acuta, la tendinopatia è spesso legata a un deterioramento progressivo del tessuto tendineo, con dolore, rigidità e limitazione funzionale.
Le principali cause della tendinopatia del tendine d’Achille
Le origini di questa condizione possono essere molteplici:
- Sovraccarico funzionale: attività sportiva intensa e ripetitiva (soprattutto corsa, salto, calcio, basket, pallavolo).
- Postura e calzature scorrette: uso frequente di tacchi alti o scarpe non adatte all’attività fisica.
- Anomalie strutturali: piede piatto o alterazioni ossee (come il morbo di Haglund).
- Fattori metabolici: diabete, obesità, scarsa circolazione sanguigna.
- Farmaci: uso prolungato di corticosteroidi o alcuni antibiotici (fluorochinoloni).
- Invecchiamento: ridotta vascolarizzazione e perdita di elasticità dopo i 30 anni.
- Debolezza muscolare: in particolare dei muscoli del polpaccio e stabilizzatori della caviglia.
Sintomi: come riconoscere la tendinopatia achillea
I segnali principali includono:
- Dolore al tendine d’Achille, spesso più intenso al mattino o dopo il riposo.
- Difficoltà nel camminare sulle punte o nel compiere movimenti come salire le scale.
- Gonfiore locale, sensazione di calore e rigidità.
- Dolore alla palpazione laterale o centrale del tendine.
- Nei casi gravi: rottura parziale o completa del tendine, con dolore acuto e brusco, simile a un colpo secco.
Diagnosi: come confermare la presenza della patologia
La diagnosi si basa su:
- Valutazione clinica da parte di un fisioterapista o medico ortopedico.
- Esami strumentali come ecografia o risonanza magnetica, utili a identificare l’entità del danno, la presenza di ispessimenti, calcificazioni o rotture tendinee.
Trattamento e cura della tendinopatia al tendine d’Achille
Il percorso terapeutico varia in base alla gravità della condizione e può richiedere diverse settimane o mesi. Le opzioni più efficaci includono:
Fase iniziale (fase acuta):
- Riposo funzionale e sospensione delle attività che sollecitano il tendine.
- Crioterapia (ghiaccio) per le prime 24-48 ore per ridurre infiammazione e gonfiore.
- Elevazione dell’arto e utilizzo di talloniere in silicone per ridurre la tensione sul tendine.
- Bendaggio funzionale per 7-10 giorni, utile a proteggere l’area e stabilizzare il movimento.
Fase riabilitativa (fase sub-acuta e cronica):
- Fisioterapia strumentale: onde d’urto, tecarterapia, ultrasuoni.
- Massoterapia per rilassare la muscolatura e migliorare il trofismo locale.
- Esercizi terapeutici: stretching del polpaccio, rinforzo eccentrico del tricipite surale, esercizi propriocettivi e di riequilibrio posturale.
- Educazione posturale e correzione biomeccanica: analisi del passo, scelta della calzatura corretta.
Quando è necessario l’intervento chirurgico?
Nei casi più gravi, come nelle rotture complete del tendine, può essere necessario un intervento chirurgico seguito da un programma riabilitativo di lunga durata. Il recupero completo può richiedere diversi mesi.
Conclusioni
La tendinopatia del tendine d’Achille è una condizione fastidiosa ma curabile, soprattutto se affrontata in modo tempestivo con il supporto di fisioterapisti e professionisti qualificati. Intervenire precocemente permette di evitare cronicizzazioni e di tornare gradualmente all’attività fisica in sicurezza.




